Chiunque si sia messo in viaggio per la prima volta per poi tornare a casa dopo un breve o lungo periodo, si sarà certamente reso conto di non essere più lo stesso del pre-partenza, una volta varcata di nuovo la soglia di casa. Vero? Quel piccolo bambino indifeso in cerca di certezze e di consigli, ha trovato nella strada un’inattesa alleata.
Già, proprio quella strada verso l’ignoto, che prima di partire incuteva tanto timore, ora è diventata l’oggetto di un nuovo desiderio, il caleidoscopio di entusiasmanti fantasie.
Eppure siamo sempre noi a partire e sempre noi a ritornare, ma qualcosa dentro ci accade, uno switch di mentalità, un cambio dimensionale, un’ampliamento di energia, qualsiasi cosa essa sia, dopo un viaggio, e soprattutto dopo il primo viaggio, una cosa è certa, lampante ed evidente: non siamo più gli stessi! Non torneremo ad essere più quelli di prima.
QUALCOSA E’ CAMBIATO
Il Viaggio, con la V maiuscola, quello vero, esperienziale, difficoltoso, contorto ed esaustivo ci cambia, ci rende diversi, migliori o peggiori, dipende, ma sicuramente ci fa andare oltre, ci spinge più in là, come una barca alla deriva. Ci incita ad andare avanti, a valicare i nostri limiti, a porci degli obbiettivi, o meglio dei nuovi obbiettivi.
Quando torniamo dal viaggio, è evidente che nella nostra mente, qualcosa è cambiato, tanto da far scattare, istintivamente e automaticamente, il meccanismo, insito nel nostro inconscio, del loop: vogliamo tornare a viaggiare, e vogliamo farlo il prima possibile.
Non importa come, non importa dove, ma vogliamo tornare a farlo.
Ci ricordiamo chi eravamo prima di partire? Com’eravamo? Così insicuri, colmi di incertezze, ci attaccavamo ad ogni dubbio, lo facevamo nostro pur di trovare un alibi per non partire. La pericolosità, l’incertezza, il rischio di allontanarci da un amore, la possibilità di non trovare più il lavoro. Qualsiasi scusa era buona per alimentare la fiammella del boicottaggio. Non è vero?
Abbiamo fatto di tutto per attaccarci, con tutte le nostre forze, alle ultime comodità e certezze, pur avendo deciso noi di partire, di metterci in cammino. Nessuno ce l’ha mai imposto, eppure un giorno, “all’improvviso”, qualcosa in noi è scattato, la voglia di mettersi in gioco, il desiderio di conoscere, l’impellenza dell’ignoto.
Quel giorno abbiamo finalmente messo a nudo la nostra vera natura, dell’esploratore, del nomade conoscitore, del viandante, del giovane che rischia, e nonostante la nostra tana, l’alcova dorata in cui siamo cresciuti e vissuti fino a un preciso momento, abbiamo deciso di andare. Andare dove? Non importa, importa solo andare oltre.
Ed eccoci finalmente in viaggio. La frenesia del biglietto, del primo volo, del rischio di non trovare da dormire, di rimanere senza soldi, il bancomat rigato, rifiutato dall’unico ATM della zona. E adesso? Cosa faccio? Come Faccio?
Ci siamo passati tutti per queste tappe, ricordate? Eppure a un certo punto, smettiamo di preoccuparti, e questo stato di incertezza, di imprevedibilità ti inizia a piacere, iniziamo ad anelarlo, al punto che non possiamo più farne a meno? E sapete perché? Perché è la vita, il viaggio è l’essenza stessa della vita, un non-luogo dove tutto può accadere, bello, brutto, viscido o gassato, ogni cosa può accadere, e noi abbiamo la capacità di scegliere. La possibilità di vivere. Siamo noi i condottieri, e il bello è che questa dimensione ci si cuce addosso, come una medaglia d’onore, un blasone prestigioso di chi ha fatto il passo più importante e impegnativo: mettersi finalmente in gioco!
UN CAMBIAMENTO IRREVERSIBILE
Ci rendiamo quindi conto che qualcosa in noi si è trasformato, irreversibilmente, ed evidentemente non saremo più gli stessi, ci troveremo scomodi al ritorno, sappiatelo questo, stretti nei nostri abiti di sempre, incomodi persino nella vecchia tuta che abbiamo indossato per una vita, seduti sul divano a mangiare pop corn e a vedere serie televisive troppo entusiasmanti per la nostra vita; film avvolgenti in cui non ci siamo mai permessi di sentirci all’altezza dei protagonisti, degli eroi virtuali che fino a quel momento offuscavano la nostra via con la loro ombra, impedendoci di alzarci, di indossare un paio di scarpe e di andare per il mondo a vedere cosa c’era.
Ora invece, tutto è cambiato, noi siamo cambiati, siamo più coscienti, di molte cose, svegli e più autocritici, a volte forse troppo severi ed esigenti, ma vivi, incredibilmente vivi. E’ la magia della prima volta, del nostro primo viaggio, l’inizio di un percorso che, una volta messo in moto, non finirà mai.
A volte ci farà brillare gli occhi, ci farà battere il cuore, altre volte ci farà anche disperare, perché non penseremo più ad altro e vorremo solo una cosa, tornare sulla strada a respirare la polvere di nuove avventure ancora tutte da scrivere.
Siamo noi, sempre noi, ma non più gli stessi di prima, siamo i nuovi noi, che finalmente ogni giorno, ogni santo giorno, ci svegliano con una nuova e abbagliante luce negli occhi, quella del viaggio, che ci chiama, ci attira, ci strappa alla monotonia di una vita piatta ed uniforme, la vita che ci consigliano di seguire. Il viaggio è finalmente entrato in noi, e noi siamo entrati in esso, in una nuova dimensione più ampia e laterale, dove tutto è possibile, e anche i nostri sogni più improbabili possono farsi realtà. basta volerlo e vivere con ardore!
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