Lisbona è unica, una città dal fascino particolare, che non è paragonabile a nessun’altra. Decadente, nostalgica, luminosa, viva, ogni suo angolo è una storia e ogni suo scorcio una proiezione verso l’infinito. Una città chiaramente letteraria, come lo sono Marsiglia, Trieste, Rio de Janeiro, Buenos Aires, un luogo non-luogo dove si incontrano le suggestioni del fantastico e le proiezioni del reale, un mondo immaginario colmo di tesori concreti.
Lisbona è la città di Pessoa, di Saramago e Tabucchi, scrittori tra gli altri che, con i loro libri, ci aprono le porte di un’esperienza multisensoriale, capolavori narrativi che ci guidano alla scoperta di un labirinto con tante uscite, ci spingono a entrare in un bazar di emozioni e vecchie eco, ad ammirare un quadro che sfonda la tela per andare a insinuarsi nei ricordi più intimi.
“Ogni viaggiatore che passa per Lisbona, quando se ne va, non può fare a meno di provare un sentimento di triste nostalgia, come derivante da una separazione da un qualcosa che, in fondo all’anima, ci è sempre appartenuto.”
“Lisbona è magica e ti trascina in un vortice di sensazioni contrastanti, illuminate dalla luce dell’Oceano e dalla brezza dei forti venti dell’Ovest, proiettandoti in una dimensione parallela, in una bolla fantastica che una volta penetrata si attacca direttamente al cuore.”
In questo articolo esploreremo Lisbona in tutta la sua bellezza e decadenza, facendoci guidare dalle voci dei personaggi letterari creati dal genio di Saramago, Pessoa e soprattutto di Tabucchi, pisano di nascita e lisbonese di adozione, uno che ha legato la sua carriera e soprattutto la sua vita a questa città, arrivando a scrivere i suoi libri direttamente in portoghese. Sono loro le voci che ci guideranno alla scoperta di un mondo magico e incantato, nonché di una delle più affascinanti città del mondo!
I LIBRI PIU’ BELLI CHE PARLANO DI LISBONA
Se è vero che questa vuole essere una guida letteraria, allora partiamo dai libri, o meglio da quelli più suggestivi da portare in viaggio con voi, per approcciarsi a Lisbona con un piglio diverso, meno turistico, ma più intimo e introspettivo.
“Città letteraria è quella che muove l’immaginazione di poeti, scrittori e sognatori, stimolando l’immaginazione dei viaggiatori, aprendo mondi non tangibili, visibili solo con gli occhi del cuore.”
VITAMINA PROJECT
Girare per Lisbona con un libro per leggere di una città che esiste oltre il visibile, già ma quale libro può arrivare a tanto? Potenzialmente tutti i libri hanno questo potere, ma se ne dobbiamo scegliere uno, diciamo senza dubbio REQUIEM, di Antonio Tabucchi, piccolo capolavoro che presenta una Lisbona onirica, decadente e romantica, aprendo le porte di una dimensione parallela, persa nel tempo del sogno, e immaginaria. La storia si svolge in una domenica di luglio, in una Lisbona deserta e torrida, che il protagonista attraversa in attesa di un incontro con un personaggio illustre, forse un poeta. L’incontro è fissato all’imbrunire, così che nel tempo dell’attesa l’uomo vaga per una città deserta dai tratti onirici e surreali, incontrando personaggi formidabili, che sono forse l’eco dei suoi più profondi pensieri. Durante questo viaggio intimo, il lettore è accompagnato alla scoperta della città, come in una guida letteraria, appunto. Leggere, camminare, sognare, immaginare, immaginarsi. A Lisbona si può.
Anche Sostiene Pereira, sempre di Tabucchi è un viaggio dentro Lisbona, in un periodo storico però molto turbolento, come quello della dittatura. In questo bellissimo libro che è poi diventato anche film, con interpretazione magistrale di un Marcello Mastroianni a fine carriera, ma sempre molto vivido e coinvolgente, il lettore si perde tra storie che si intrecciano tra il sogno e la cruda realtà, senza mai rinunciare però alla suggestione che solo la Letteratura può donare. Un omaggio alla cultura e alla resistenza dell’uomo che vive per conoscere e per “sentire”. Ma non si può visitare Lisbona senza pensare a Pessoa, Fernando Pessoa, poeta dell’inconscio, personaggio dal carattere schivo, ma dotato di una potenza poetica fuori dal comune. Lui era così innamorato della sua città che nel 1925 compose una piccola guida di Lisbona, denominata “Lisbona. Quello che il turista deve vedere”. Operetta dai tratti poetico-turistici, che fu “scoperta” solo nel 1988, anni dopo la sua morte. Sarà forse datata, il fascino però non l’ha perso. Inizia così:
“È disteso su sette colli, altrettanti luoghi da cui godere esaltanti panorami, il vasto, irregolare e multicolore insieme di case che costituisce Lisbona. Per il viaggiatore che arriva dal mare, Lisbona, anche da lontano, si erge come un’affascinante visione di sogno, contro l’azzurro vivo del cielo che il sole colora del suo oro. E le cupole, i monumenti, i vecchi castelli si stagliano sopra il turbinio di case, come araldi lontani di questo luogo delizioso, di questa regione fortunata”.
Anche ne “L’anno della morte di Ricardo Reis” di José Saramago, Lisbona fa da sfondo agli eventi del libro, e non solo. Il protagonista si muove come perennemente accompagnato dallo scorrere del Tago e dalle irte salite verso i colli, ripercorribili a bordo degli iconici tram lisbonesi. Ambientato nel 1936, anno in cui scoppia la guerra di Spagna e mentre all’orizzonte aleggia lo spettro della seconda guerra mondiale, questo libro è un viaggio introspettivo che chiama in gioco niente po’ po’ dimeno che Ricardo Reis, uno degli eteronimi di Pessoa.
SCOPRIRE LISBONA: I LUOGHI DI PESSOA…
E poi ci sono i luoghi di Saramago e di Pessoa, quelli dove i due geni letterari erano soliti passare la quotidianità, in attesa dell’ispirazione giusta e lasciandosi attraversare da quel perenne senso di inquietudine tipico dei Lusitani. Noi siamo andati a riviverli, di persona, per provare a respirare la suggestione che trasuda dai loro libri. Tra questi, imperdibile è un passaggio a la Brasileira, storico café metà di intellettuali durante tutto il novecento, nonché uno dei più bei caffé letterari in circolazione. Fuori, accanto all’entrata è anche possibile sedersi accanto alla statua bronzea del poeta che legge il giornale. A Brasileira si trova nel quartiere do Chiado in rua Garrett 120, lungo la quale si incontra anche la Chiesa dei Martiri, ancora oggi visitabile, dove lo stesso Pessoa fu battezzato.
Un altro famoso locale frequentato dal poeta è il Café-Ristorante Martinho da Arcada in Praca do Comercio civico n° 3, dove Pessoa aveva un tavolo riservato. Questo Café, la cui apertura risale al 1778, è considerato il locale più antico di tutta Lisbona, e oltre al fascino storico offre un menù focalizzato sulla cucina tipica lisbonese.
Prendendo poi l’iconico Tram 28 si giunge direttamente a Campo Ourique, dove il poeta visse nella parte finale della sua vita. Si trovano qui anche Casa Fernando Pessoa, precisamente in rua Coelho da Rocha 16, un luogo molto suggestivo dove è possibile ammirare alcuni dei suoi oggetti personali e soprattutto appunti scritti. La sua tomba invece si trova nello spettacolare Monastero dos Jeronimos, nel quartiere di Belem.
Realizzato in stile manuelino su progetto dell’architetto Diogo de Boitaca, questo spettacolare Monastero fu fatto costruire dal Re Manuele I per celebrare il ritorno del navigatore portoghese Vasco da Gama, dopo aver scoperto la rotta per l’India. Non a caso anche la sua tomba si trova qui.
Il monastero, insieme alla vicina Torre di Belem e il Monumento alle scoperte, è una celebrazione del periodo storico più importante della nazione portoghese e costituisce una delle principali attrazioni turistiche di Lisbona.
…E QUELLI DI SARAMAGO
Così come Pessoa, anche Saramago amava la sua Lisbona e la viveva visceralmente, in maniera spesso abitudinaria, percependola come un approdo sicuro, e riuscendo a coglierne la vera essenza. Ci sono tanti luoghi, a Lisbona, legati al Premio Nobel, e in molti dei quali si sente ancora la sua presenza, anche grazie alle persone care che Saramago lo vedevano tutti i giorni. Uno di questi luoghi è la Varina de Madragoa, il suo ristorante preferito. Una trattoria ferma nel tempo, situata nell’omonimo quartiere popolare della Lisbona occidentale, che non si è “imborghesita” per niente nonostante la notorietà acquisita. Ai suoi tavoli amava sedersi José, per deliziarsi dei piatti della casa, tra tutti il baccalà grigliato alla perfezione. Antonio, il cameriere, un omone grosso e all’apparenza burbero, se glielo chiedete, vi racconterà anche qualche aneddoto legato allo scrittore.
Ma c’è un vero e proprio itinerario che, volendo, potete seguire per ripercorrere i luoghi, anzi, la vita di Saramago: L’itinerario comincia nella casa dello scrittore, vicino al Jardim da Estrela, percorre luoghi emblematici dei quartieri storici che abbiamo già menzionato in altre occasioni, Chiado e Baixa, e si conclude dinanzi alla Casa dos Bicos, dove le ceneri dello scrittore sono custodite all’ombra di un ulivo proveniente dalla sua terra natia (Azinhaga).
ATTRAZIONI DA NON PERDERE
- Lisbona dall’alto ( tra i punti panoramici più belli ci sono: miradouro de Santa Luzia; miradouro do São Pedro de Alcântara; miradouro do Castelo de São Jorge; Miradouro das porta do sol; Miradouro do elevador de Santa Justa.)
- Monumento alle scoperte, spettacolare omaggio agli esploratori del mare.
- Torre di Belem, forse il monumento più famoso di Lisbona.
- I quartieri: Alfama, il più antico, Baixa il più basso.
- Praca do Comericio, la piazza più grande di Lisbona, situata all’estuario del fiume Tago.
- Rua Augusta, la principale via di Lisbona.
- Convento del Carmo, si tratta di un ex convento dell’Ordine dei carmelitani, che si trova a Lisbona nei pressi del Rossio e di fronte al Castello di San Giorgio. Il convento fu distrutto durante il terremoto del 1755 che distrusse anche la chiesa gotica di Nostra Signora del Monte Carmelo, che era all’epoca la più grande chiesa gotica della città, e oggi è uno degli spot più popolari di Lisbona, grazie anche alla sua struttura singolare priva di copertura superiore.
Per salutare Lisbona chiudiamo con una citazione di Saramago, scontata forse, ma sempre densa di fascino, sicuri che saprà aprirvi nuove rotte:
“Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione….La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già fatti, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre”
- HAKONE NATIONAL PARK: VISTA SUL MONTE FUJI E NON SOLO
- Alla scoperta di Ayutthaya, l’antica capitale della Thailandia
- 7 Consigli utili per affrontare al meglio un volo intercontinentale
- Parlano di noi | Vitamina Project – Slow Travel & Viaggi sostenibili
- COSA VEDERE A GIBILTERRA: VIAGGIO AI CONFINI DEL MONDO CONOSCIUTO